L’INIZIO DEL DISASTRO SALARIALE ITALIANO. A QUARANT’ANNI DAL DECRETO SULLA SCALA MOBILE

ADDIO A GIGI RIVA, LA NORMALITÀ DI ROMBO DI TUONO

Luca Pisapiail manifesto del 23 gennaio 2024

È morto ieri sera a Cagliari il più grande centravanti del calcio italiano. Gigi Riva è stato mille cose: artefice di uno scudetto incredibile con il Cagliari, volto ieratico che ha segnato un’epoca, miglior cannoniere di sempre in maglia azzurra, uomo che ha detto no al potere. Gigi Riva è stato anche l’immagine di un calciatore che volava nel cielo. È il 18 gennaio 1970, stadio Romeo Menti di Vicenza. Al ventesimo del secondo tempo Gori scatta sulla sinistra, arriva sul fondo e crossa in mezzo. In area Domenghini fa da torre e rimette al centro un pallone spiovente. Gigi Riva è lì, spalle alla porta e circondato da due difensori, allora decide di salire. E sale, si alza in cielo, vola. E quando è più in alto di tutti, oltre il campo, sopra le nuvole, si libra in una rovesciata perfetta e poderosa. È gol. Uno dei gol più belli di sempre. Uno dei ventuno gol con cui, in quella stagione, Riva porta lo scudetto a Cagliari. Una delle più grandi imprese sportive di sempre. Gigi Riva non era cagliaritano.

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PER NON DIMENTICARE ROBERTO FRANCESCHI

Roberto Franceschi nasce a Milano il 23 luglio 1952 da Lydia e Mario, entrambi appartenenti a famiglie della media borghesia, il padre di Lydia democratico e antifascista dovette riparare all’estero all’avvento del fascismo e lei nasce a Odessa.

Roberto frequenta a Milano, con risultati via via sempre più brillanti la scuola elementare e le prime due classi della scuola media inferiore.

Per ragioni di lavoro del padre tutta la famiglia si trasferisce per due anni in Sicilia, il primo anno a Gela dove egli termina il ciclo della scuola media dell’obbligo, il secondo anno a Catania dove frequenta il primo anno del liceo scientifico statale.

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PIAZZA FONTANA | 54° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE NEOFASCISTA

LA SALUTE DELLE PERSONE È UNA PRIORITÀ | PAULLO, 11 DICEMBRE – ORE 20.45